Con Faustino Landini, uno dei prodotti migliori del bigoncio calcistico del nostro paese, ho parlato spesso di quel calcio degli anni 70 che accompagnava i miei anni giovanili. E sempre, quando passo per Sasso e Pontecchio davanti allo chalet delle rose, ripenso a quelle nostre amabili chiaccherate che io assorbivo come latte dalla tetta della mamma e di più con avido appetito. E i racconti fatti di chi fu testimone di quell’epoca goliardica e memorabile hanno arricchito il mio sapere sportivo e il mio avido e curioso desiderio: in quell’albergo poi anche discoteca ( rammento sempre quei giovani a gennaio alle due di notte in maniche corte e in gonne mini sull uscio…..) il presidente del Bulagna Conti e l’allenatore Petisso Pesaola tiravan mattina fra un pokerino e dense nuvole di fumo mentre i giocatori più smaliziati si arrangiavano per soddisfare le loro voglie più naturali cercando di “sgamare” al di fuori dell’albergo con il concorso delle tenebre e, spesso, della fredda notte appenninica. E il mio caro Faustin infarciva i suoi racconti con belle e goduriose storie, boccaccesche e non, storie se si vuole anche semplici ma godibilissime. Del calcio onesto di questo Sasso Marconi io so ben poco, e più che altro posso citare questi miei ricordi o anche che a Sasso Marconi “incontrammo una ragazza …che viveva seduta sull orlo di una piazza” ( Venditti, Bomba o non bomba 1978 ), senza mancar di rispetto alcuno e soprattutto al grande Guglielmo inventore della radio moderna e di cui, tutti i paesi lì della zona celebrano e perpetuano il ricordo. Un giorno del 1990, ahinoi, mi spinsi su fino a Porretta per seguire gli azzurri di Colcelli in un mercoledi di Coppa Italia e, con me, il mio carissimo Carlino Borsi con la sua telecamera e la sua bontà di animo e di spirito. Arrivati a casa, rimontavamo i servizi in VHS nel suo garage laboratorio di via spartaco lavagnini per poi portarli confezionati alla tele e ricordo, si ricordo (e chiedo scusa postuma ) di quanto lo stressavo per il montaggio e per la scelta delle immagini. Quanti nostri amici ci han lasciato e quanti oggi affidiamo al ricordo e alle furtive lacrime? Tanti, troppi ed a volte io ringrazio il buon Dio per darci la possibilità di farlo pubblicamente. Ho molto divagato, approfittando della pochezza storica (in senso buono) dei nostri avversari di turno, affrontati solo nell occasione della partita di andata ( pari di rigore ). E perciò chiedo scusa a tutti per esser sprofondato nei miei pensieri e nelle nostre memorie terrene. Buona Domenica !
Ps: abbiamo tutti pianto il capitano della Fiorentina David Astori ed è stata strordinaria la partecipazione del popolo viola e del mondo dello sport. Tuttavia, quanto sarebbe stato bello se la chiesa di Santa Croce invece di essere riservata non solo ai familiari ed agli amici più stretti fosse stata davvero aperta a tutti, senza distinzione di ceto o notorietà. Del resto nel nostro amato paese un funerale è privato se ci sono io e diventa improvvisamente pubblico in presenza dei notabili e dei soliti noti. In piazza Santa Croce si sono versate lacrime sincere, ma si è avuta ancora una volta la rappresentazione plastica di una società medievale composta da re, vassalli ecc ecc giù giù fino al popolo. Segnalo, senza alcuna retorica, che ieri a Napoli è tragicamente scomparso un nuotatore di 17 anni, si chiamava Mario Riccio e c’è da giurare che la chiesa per il suo saluto sarà la chiesa misericordiosa di Dio, aperta a tutti e che consentirà a chi lo riterrà opportuno di versare le lacrime vicino alla madre. La stessa madre che piange il suo Davide, glorioso capitano della Fiorentina…… e la stessa madre del diciannovenne Rodriguez, promessa del Tours nella ligue 2 francese scomparso anche lui nel sonno. Muoiono nel sonno coloro che fanno i sogni piu belli. E comunque domani saremo un po’ tutti viola e Davide Astori.
Nella foto un Bologna dei tempi dello chalet delle rose: in piedi da sinistra Roversi, Landini, Cresci, Bellugi, Massimelli e Buso. Accosciati: Battisodo, Ghetti, Pecci, Savoldi e Maselli