Fa male vedere il Fedini semivuoto, anche perché se c’è una cosa che mai è venuta meno in questi 97 anni di storia calcistica è sempre stato l’affetto e la partecipazione della gente intorno alla squadra dai colori del cielo e del mare.
Le cose vanno, a dire il vero, male un po’ dappertutto da questo punto di vista e qui si potrebbe aprire un dibattito lungo, parziale e articolato. Che va dalla mutazione del tifoso militante al ruolo oramai non più preminente del calcio soprattutto a livello locale. Va da una crisi di vocazione “giovanile” a un depotenziamento complessivo dell’avvenimento stretto, da una concorrenza tremenda e non soltanto di ordine sportivo. (pensiamo solo agli eventi che ci sono in contemporanea alla partita).
Vero poi come anni difficili e la conclamata impossibilità ad ambire a qualcosa di più importante del presente abbiano contribuito alla crescente disaffezione e, si potrebbe qui continuare argomentando e di più.
La gente (legittimamente ci mancherebbe) commenta da esperta sui social, ma pare aver smarrito la strada dello stadio: peccato, perché alla fin fine la squadra attuale si sta rivelando più che discreta e forse anche le stesse scelte tecniche della dirigenza (da che mondo è mondo si sa come i risultati spostino i giudizi rapidamente). Bonura ha capito l’antifona molto presto adattando con merito e intelligenza il gioco alle qualità ed alle caratteristiche dei propri calciatori.
Ho visto quasi mai la squadra azzurra soccombere o demeritare tranne che in un paio di occasioni: l’umiltà in questo caso diviene la forza e non il limite per raggiungere il traguardo fissato in avvio di stagione.
Tornando al pubblico, auguriamoci che un girone di ritorno più appetibile come avversari, al Fedini arriveranno Livorno, Siena, Grosseto oltre a Figline e Terranuova possa fare tornare un po’ di gente in più allo stadio. Perché San Giovanni è anche il suo popolo, da cui non si può prescindere, e perché il valore della piazza oltre che dai titoli conquistati lo si deve soprattutto allo straordinario affetto dalla sua gente.