Senza bisogno di troppi voli di fantasia, la gara di domenica contro l’Orvietana, in programma allo stadio Fedini, appare quasi decisiva per le sorti future della squadra in questa stagione. O si “fuma”, oppure “si rompe la pipa”, avrebbe detto un mio caro amico…
Le salvezze ottenute in extremis e le stagioni trascorse tra poche gioie e molti sacrifici hanno inevitabilmente affievolito la passione di molti tifosi, allontanandoli dalle gradinate dello stadio.
Eppure, l’ultimo derby a Montevarchi ha dimostrato che sotto la cenere arde ancora la fiamma dell’amore per i colori del cielo e del mare.
Non è certo facile ignorare il contesto attuale, né dimenticare le difficoltà vissute, ma proviamo — almeno per un giorno — a lasciarci tutto alle spalle e ripartire da zero.
Per una domenica, sarebbe bello tornare insieme a tifare, sostenere la squadra, riabbracciare vecchi amici sugli spalti e rivedere volti e ascoltare voci che il tempo ha allontanato.
Una sorta di piccola “chiamata alle armi” sportive, proprio come accadeva un tempo.
Perché la Sangiovannese, nata nel 1927, non è solo patrimonio di chi è rimasto accanto alla squadra, ma appartiene a tutti. Anche a coloro che, negli ultimi tempi, l’hanno seguita con sguardo più distratto e con minor coinvolgimento.