Scritto da Leonardo De Nicola 

Il grasparossa di castelvetro è un tipo di lambrusco particolarmente gradevole:le vigne intorno a questo paese di 11 mila anime lo circondano e lo indorano nella bella stagione del raccolto. Il vino dall’intenso colore rubino si sposa bene con tutti i piatti della locale e generosa cucina emiliana: cappelletti, tortelli e lo gnocco e la tigella serviti caldi e fritti con i salumi, il parmigiano e lo strutto da spalmare ovvio del maiale che da quelle parti assume sembianze di generosa divinità pagana. A Castelvetro una delle più brutte Sangiovannese della storia, che potrebbe persino regalarci una bella retrocessione nell’anno domini del novantesimo dalla fondazione dovrà cercare punti, oramai siamo al count down e alla disperazione più cupa. In soldoni: se da questa doppia trasferta in Emilia Romagna non arrivano almeno 4 punti almeno i flebili sogni di salvezza diretta svaniranno per sempre. Ed allora ha ragione anche il nostro Matteo: basta di scrivere, parlare di gruppo e via discorrendo….8 sconfitte su 12 gare casalinghe sono il dato più eloquente della stagione. E comunque vediamo cosa succede già domani in questa prima assoluta a Castelvetro. Le modenesi della storia oltre ai canarini del capoluogo sono state il Carpi, il Sassuolo, la Mirandolese, il Castelfranco Emilia e questo Castelvetro. E gli ex azzurri della bella provincia modenese sono il tecnico degli anni 60 Corghi detto “laio”, portiere di quel Modena degli anni 40 giunto al terzo posto in classifica e poi Ermanno Ricci di Marano sul Panaro, attaccante bravo e sfortunato nella Sangio targata Grassi. E poi cito Nardini modenese della montagna e che dopo un fugace passaggio da noi trovò buona gloria nella squadra capostipite della sua provincia. Buona partita e che gli azzurri…ci smentiscano subito subito.