Quasi due anni in forza alla Sangiovannese e tanti bei ricordi di un’esperienza che, a detta sua, porterà sempre nel cuore. Federico Mencagli, assieme a Simone Calori, sarà l’ex da parte bianconera nella gara che giocheremo giocherà questa domenica a Trestina in una sorta di spareggio per le zone pericolanti di graduatoria. Proprio come Nannini e compagni arrivano da una pesante affermazione in chiave salvezza e il morale non può essere che alle stelle: “Al netto dell’episodio che tanto ha fatto discutere a Terranuova e alludo all’espulsione di Degl’Innocenti – afferma il 33enne attaccante – abbiamo portato a casa un successo che vale oro per la nostra classifica proprio come ha fatto la Sangiovannese nei confronti del FollonicaGavorrano. Che tipo di gara mi aspetto? sicuramente equilibrata poi sarà il rettangolo verde a emettere la sua sentenza. È un torneo molto livellato, può insomma accadere di tutto tra di noi”. In maglia azzurra ci è arrivato nell’estate del 2018 dopo una grande stagione a Figline in Eccellenza, quasi due anni per lui molto importanti: “Ho solo bei ricordi di San Giovanni, sono stato quasi due anni poi nel febbraio del 2020 con l’avvento della pandemia fu sospeso il campionato e conclusi praticamente lì la mia esperienza. Non dimentico i derby vinti con il Montevarchi, la mia prima marcatura ufficiale proprio in una gara di Coppa Italia giocata al Brilli Peri e tante altre emozioni che custodisco dentro al mio cuore. La Sangiovannese per me è stata un trampolino di lancio, sono successivamente andato in altre società importanti dove mi sono tolto anche lo sfizio di vincere un campionato a Rimini”. Sta trovando continuità nelle prestazioni dopo due anni costellati da molti infortuni: “Sì, ora mi sento bene. Ho passato due anni con tantissimi problemi tra pubalgia, tendine d’achille e polpaccio e anche se in fatto di realizzazioni potevo fare meglio con appena 3 goal all’attivo dall’inizio del campionato sono comunque riuscito a fare 5 assist. Sono arrivato troppo tardi nel calcio nazionale ? Io credo che niente dipenda dal caso, evidentemente era destino che dovessi arrivare in D alla soglia dei 30 anni”. Il rammarico più grande, forse, quello di non aver giocato in azzurro con suo fratello Mattia, che col Derthona in serie D è già a quota 13 in classifica marcatori: “Qualche chiacchiera c’è stata quando lui era in forza alla Sangiovannese, speravo potesse andare a buon fine ma poi purtroppo non se n’è fatto più di niente. Avrei voluto davvero giocare con mio fratello magari proprio con il Marzocco, lui sta facendo il suo percorso con grandi numeri e gli auguro con tutto il cuore di poter salire già l’anno prossimo nei professionisti”.