Scritto da Massimo Bagiardi – Foto: Ottica Merli

Già è difficile scrivere quando perdi contro un avversario qualunque, figuriamoci con il Montevarchi. La formazione di Lelli ha purtroppo messo in pratica quello che avevo scritto nel pezzo di presentazione ieri mattina, i derby non si giocano ma si vincono ed Orlandi, nel caso specifico, è stato freddissimo dal dischetto nel consegnare al 93º un successo – terzo goal preso nei minuti di recupero e non è più un caso – che va ben oltre i meriti della società aquilotta. Ma non conta affatto niente (come il rigore solare non fischiatoci su Della Spoletina nel primo tempo), sono solo bazzecole, chi vince ha sempre ragione e così per l’ennesima volta siamo usciti becchi e bastonati da una sconfitta che, sul campo, non meritavamo ma che, all’atto pratico, può anche arrivare se sbagli due goal come quelli capitati sui piedi di Sabattini soprattutto la palla in chiusura di primo tempo. L’ho scritto nel titolo e ribadisco il concetto anche all’interno di questo editoriale che non sarà lungo come altre volte visto che c’è poco altro da dire; di queste figurette e delusioni ne abbiamo collezionate tante, nel corso degli ultimi anni tra prestazioni e sconfitte al limite del ridicolo il popolo sangiovannese le ha buttate sempre giù con grande dignità, SENZA MAI CONTESTARE, anche questa che fa male più di altre in un modo o nell’altra sarà digerita perché la vita, ci mancherebbe altro, vuole così. Sono e siamo stanchi di tutto il contesto, l’ho scritto già un paio di settimane fa trovando anche dei discreti consensi, e anche per questo campionato mi pare purtroppo evidente che sarà sempre e comunque la solita tiritera. Ma il problema non è dell’allenatore o dei giocatori che vanno in campo, è di quei sempre più pochi “malati” che non possono fare a meno del calcio azzurro come il sottoscritto. Dispiace un monte perché piazze come queste che continuano a sostenere i propri colori e la propria città ce ne sono sempre meno. L’unico valore aggiunto, del quale andiamo fieri quello sì, è la Gradinata Marco Sestini che anche ieri ha regalato uno spettacolo degno di ben altre categorie. Loro non meritano delusioni simili ma ben altro. Sarà dura, però, cambiare registro inculchiamocelo bene nella testa.