Scritto da Massimo Bagiardi
Sembra passato pochissimo tempo ma proprio oggi ricorre il primo anniversario della morte di Marco Merli, tragicamente deceduto il 28 aprile del 2024 a Marrakech in Marocco dove si trovava in vacanza con la famiglia. Ricordo benissimo quella domenica, dovevamo affrontare il Poggibonsi per mettere il sigillo sulla salvezza ma attorno alle 10 mi squilla il cellulare, vedo che è Daniele Matteini e rispondo con un fare del tutto normale, ignaro di quello che mi avrebbe comunicato. Giusto il tempo di realizzare, fare le classiche telefonate di controllo e poi la conferma che il “Pres”, come a me piaceva chiamarlo, se n’era andato per un malore improvviso. Tutt’oggi ripenso a quei momenti, a quale vuoto possa aver lasciato all’interno della famiglia e a noi tifosi e giusto ieri ho incrociato, come spesso mi accade, la moglie Susanna allo stadio e nei suoi occhi si notava la tristezza per una figura stimata da tutti e a cui va dato il merito, assieme ad altri “pazzi” volenterosi come Maurizio Minghi, Lucio Curzi, Omar Targi, Massimo Riccio o Sauro Gosi tanto per citarne alcuni, di non aver fatto morire il calcio a San Giovanni. Oggi siamo di fronte a tutt’altra realtà, la squadra non sta dando sentori positivi e da lassù il buon Marco chissà quanto starà soffrendo nel vedere i suoi amati colori così in basso in classifica e a serio rischio retrocessione a 90 minuti da termine. Alla famiglia vada il mio abbraccio come quello simbolico di tutti noi che mai avremmo immaginato di vivere questo incubo. Della partita di ieri ho poca voglia di parlare, potrei fare un copia-incolla con tanti altri editoriali scritti da anni a questa parte dove descrivo una squadra senza mordente, senza una minima idea di gioco e abulica nel reparto offensivo. All’atto pratico, bisogna essere onesti, è andato più vicino il Flaminia a raddoppiare che noi a pareggiare anche se, e ciò va rimarcato, non mi posso esprimere sul goal in fuorigioco annullato a Gaetani che, rivedendolo, qualche dubbio onestamente me lo lascia. Ma attaccarsi a questo mi sembra abbastanza puerile, la cura Deri non sta assolutamente funzionando visto che in cinque partite ne ha perse tre, pareggiata una e vinto con il Poggibonsi molto più per demerito dell’avversario che per meriti nostri. Anche ieri, in una giornata decisamente difficile per il il meteo e il traffico di ritorno che ha fatto aumentare di non poco i tempi di percorrenza, c’erano circa 100 sangiovannesi a testimoniare che, al netto delle tante sconfitte e dispiaceri accumulati nel corso di questi anni, l’amore verso la squadra cittadina c’è a prescindere. E mi auguro sia così anche domenica, ho letto di qualche post su Facebook che invita a disertare lo stadio ma non sono assolutamente d’accordo; la squadra è stata sostenuta fino a oggi, facciamo quest’ultimo importante sforzo con il Terranuova (Che avrà tre squalificati del calibro di Degl’Innocenti, Privitera e Massai che sono titolarissimi) e poi, al triplice fischio, tireremo le somme. I play out non ce li leva nessuno ma c’è anche il rischio concreto di retrocedere direttamente. Cerchiamo di riempire il più possibile il Fedini, sosteniamo come solo noi sappiamo fare, poi al resto penseremo successivamente.