(Si ringrazia Alessandro Forni)

È questo il 32 esimo campionato a “braccetto” per Sangiovannese e Grosseto, squadre giunte domenica allo stadio “Carlo Zecchini” al loro confronto di campionato numero 63 (precedenti in Eccellenza regionale, Serie C unica, C1 e C2 e ovviamente serie D) con un bilancio lievemente a favore degli azzurri vittoriosi in 18 occasioni contro le 17 dei maremmani e 27 risultati di parità…. X dunque gettonatissima !

C’è un dato che emerge e che ha contorni quasi… clamorosi: la Sangio non perde in maremma dal 26 novembre 2006 in C1, 1-2 con doppietta del biancorosso Cipolla e goal del momentaneo vantaggio di Dal Rio.

Come contraltare, il Grosseto non esce battuto in campionato dal Fedini da 21 anni e più precisamente dall’ 1-0 del grande Ciccio Baiano nella trionfale stagione di C2 con Maurizio Sarri. In mezzo, l’unica vittoria è quella ai calci di rigore in Coppa Italia del 2015. 31 invece le partite giocate in campionato a Grosseto con 11 successi dei padroni di casa, 15 pareggi e 5 affermazioni degli azzurri.

Ecco un ripasso:
Campionato serie D 1958-59 2-0 coi goal di Gori e Rosito.
In C2 nel torneo 1978-79, 3-1 con reti di Luperini, Malisan e del compianto Adriano Trevisan che poi vestì anche la maglia biancorossa.
Poi ancora Eccellenza 1992-93, 2-1 con Orsi e Cioffi su rigore .
In serie D 99-2000 sempre per 2-1, a segno Alessio Di Mella e Ronzani ed infine l’ultimo successo, ancora con lo stesso punteggio, coi i goal di Migliorini e Caprio.
Insomma, con il pari senza reti della passata stagione siamo a 3 gare positive consecutive mentre i rivali, se non ci fosse stato il successo a tavolino per il noto caso delle porte più basse del normale, sarebbero sul campo a 18 anni di digiuno complessivo in fatto di vittorie .

Grosseto comunque riporta alla mente dei nostri vecchi tifosi due sconfitte clamorose: lo 0-7 della stagione 1941-42 con il padovano Gastone Boni in panchina e, soprattutto, il sensazionale 1-12 del 15 dicembre 1946 per quella che rimane ad oggi la sconfitta più pesante subita dalla Sangiovannese in 97 anni di storia calcistica.

Causa la guerra terminata da poco e con mezzi di fortuna, la comitiva raggiunse il capoluogo maremmano con in testa l’accompagnatore Gennaro Tinacci, il mitico “polverone”. A guidare la squadra in quel campionato di Serie C era stato richiamato Boni dopo l’esperienza di Rimini. Il tecnico si era nel frattempo convertito al “sistema”, che è un modulo se non ben assimilato che ti costringe a magre figure difensive. E la cosa avvenne puntualmente quel funesto giorno al campo “Amiata” che era situato lungo le mura cittadine.

Il portiere Alvaro Terrazzi dovette inchinarsi ben 6 volte al centravanti biancorosso Bartolini ed ancora altre 6 volte rendendo inutile l’unico goal messo a segno da Rossano Boni sul passivo umiliante di 0-10. Una giornata nefasta ma anche strana vista la non disprezzabile qualità della squadra capace al ritorno di prendersi la rivincita superando i rivali per 2-1 con goal decisivo di Tabani su rigore. Annata ricordata anche per la tragica scomparsa nell’estate del 1947 del giovane talento Alberto Galli rapito dalle acque dell’Arno durante un bagno ristoratore.

Nella foto Nello Menciassi, pisano classe 1945, uno degli storici capitani della Sangio. Esempio di stile, arrivò dal Grosseto nel 1970 con Buffetto e l’allenatore Grassi. Una vita con la nostra maglia