Scritto da Leonardo De Nicola
Tanti auguri, Ciccio!
Oggi, 24 febbraio, festeggiamo il compleanno di Francesco “Ciccio” Baiano, nato a Napoli nel 1968. Parlarne con troppi giri di parole sarebbe superfluo: Baiano è stato il più grande calciatore ad aver mai vestito la maglia dai colori del cielo e del mare. Un dono, un premio quasi divino per il nostro calcio di provincia, che ancora oggi fa dire ai tifosi con orgoglio: “Io c’ero, ai tempi di Baiano”.
La sua storia è quella di un talento cresciuto all’ombra di Maradona, esploso nel Foggia di Zeman, dove formò con Rambaudi e Signori un tridente d’attacco destinato a entrare nella leggenda. Poi, la Fiorentina di Cecchi Gori e Batistuta, dove lasciò un segno indelebile.
L’arrivo di Baiano alla Sangio fu un sogno che prese forma sul finire dell’estate 2002, in un’Italia da pochi mesi entrata nell’euro. La città, trascinata dall’entusiasmo, sognava in grande: Arduino Casprini era il simbolo dell’orgoglio e del riscatto sportivo, il sindaco Mauro Tarchi guidava una comunità pervasa da una nuova energia, mentre le “vasche” in Corso Italia erano un rito collettivo, una processione laica fatta di incitamenti e speranze.
E poi c’era Giuseppe Morandini, figura chiave, uomo di fiducia, depositario dei segreti e delle ambizioni di un progetto che infiammò un intero popolo.
Baiano non fu solo un campione, ma un’icona. E oggi, nel giorno del suo compleanno, il ricordo di quei momenti continua a vivere nel cuore dei tifosi.
IL RACCONTO DI MORANDINI
“Eravamo venuti a sapere, io e il presidente Casprini, che Baiano aveva espresso il desiderio di non rimanere a giocare a Pistoia, con la squadra arancione…
Così convocammo lui e il suo procuratore nella fabbrica di Arduino, a San Cipriano. Ricordo bene: appuntamento fissato per le 17 precise. Dopo una riunione della società a Coverciano, ci dirigemmo lì e li trovammo già ad attenderci.
Il Presidente fu di poche, chiare parole: disse che il giocatore interessava parecchio e lanciò un’offerta, spiegando che quella cifra era il massimo che la Sangiovannese poteva permettersi. Poi si ritirò nel suo ufficio per sbrigare alcune pratiche di lavoro. Chi ha frequentato quel posto sa bene come andavano le cose e quanto Arduino fosse sempre preso da mille impegni e… idee.
Seguì una sorta di camera di consiglio, un lungo consulto privato tra Baiano e il suo procuratore, che—lo ricordo bene—non era affatto convinto dell’offerta economica proposta.”
Morandini, all’epoca Direttore Generale della società, con un pizzico di vera commozione, prosegue il racconto:
*“Con me c’era ovviamente anche l’allora Direttore Sportivo Marco Bignone, che seguiva questa operazione-lampo, perché davvero di questo si trattava.
Nonostante i tentennamenti del procuratore, che cercava di monetizzare di più, Ciccio decise di accettare la proposta di Casprini e della società, fidandosi del nostro progetto tecnico e non solo.
A quel punto, tutto ok. Partii con Bignone verso la sede per la firma del contratto e il disbrigo dei documenti di rito.
Nel frattempo, Casprini—che ne sapeva sempre una più del diavolo—aveva già pensato a una mossa di grande effetto mediatico: organizzare un primo brindisi ufficiale, dopo le firme, al Gelatiere di via della Costituzione, dall’amico e tifoso Walter Sterbini.
Ma non finisce qui. Arduino aveva messo in moto la macchina dell’informazione, affidandosi al classico passaparola tra i tifosi e coinvolgendo alcune persone fidate. Tra queste, il padre di Walter, l’indimenticabile Rosso Marcello.
Morale della favola? Arriviamo al Gelatiere e troviamo già una folla festante di curiosi, che cresceva minuto dopo minuto. La notizia si era diffusa in città come un incendio, in quella calda sera di fine estate:
“Ragazzi, si è preso Ciccio Baiano!”
E si può solo immaginare la reazione dei tifosi azzurri… una deflagrazione vera e propria!”
IL DEBUTTO
Baiano scende subito in campo contro la rinata Florentia Viola, la sua vecchia squadra. Oltre diecimila spettatori ad Arezzo, e lo spettacolo è immediato: gol sotto la nostra curva.
In panchina c’è Beppe Sannino, tecnico di grande valore, che Ciccio seguirà nei suoi primi passi post-carriera, diventandone il vice allenatore. Prima al fianco del giovane Moscardelli, scovato da Morandini nei campi dell’Eccellenza laziale, tra partite giocate all’ora del cappuccino e del maritozzo. Poi con altri compagni d’attacco, sempre più leader e uomo squadra.
Incubo per le difese avversarie, la Sangio di Baiano incute rispetto e timore. Anche nei derby, le soddisfazioni non mancano.
Chiude la sua avventura in maglia azzurra nel 2007-2008, dopo sei stagioni tra C2 e C1, con 140 partite di campionato e 44 reti, che lo rendono il sesto marcatore di sempre nella storia del club. Ma i suoi gol non erano semplici numeri: erano arabeschi, traiettorie celesti che resteranno indelebili nella memoria. Quegli uno-due fulminanti con i compagni, al limite dell’area avversaria, che stordivano i difensori e facevano esplodere il Fedini.
Più volte si è parlato di un suo possibile ritorno a San Giovanni come allenatore. Sarebbe una cosa meravigliosa, sì… ma forse, come tutte le cose belle della vita, il ricordo di Francesco Baiano rimarrà quello di quando, con la maglia azzurra addosso, regalava sogni ogni santa domenica a chi aveva la fortuna di esserci.
Tanti auguri, Ciccio!