Scritto da Leonardo De Nicola

Mauro Bettarini era una persona intelligente e un uomo tutto di un pezzo; lo incontrai l’ultima volta tanti anni fa a Buonconvento, dove trascorreva gran parte della sua vita insieme all’amata moglie Nice, sempre accanto a lui.
Da pochi giorni il figlio Stefano, calciatore di una certa importanza e bel ragazzo da “copertina” aveva sposato Simona Ventura nella splendida cattedrale di San Gimignano. Ma Mauro, era lontano mille miglia dalle luci della ribalta e da quel mondo che Stefano poi aveva a lungo cavalcato.

Da giovane, era arrivato a casa del nonno a Buonconvento e si era laureato in giurisprudenza presso l università di Siena, coltivando la passione per il calcio che l’aveva visto portiere nelle fila delle giovanili della Roma e poi, in età già avanzata, anche in quelle del Poggibonsi.

Diventato assicuratore, iniziò a poco più di 30 anni la carriera di tecnico costruendosi una certa fama in provincia ed anche fuori nella Pianese, a Sinalunga, Chiusi, Staggia, Colle fino all’approdo a San Giovanni dopo essere stato fierissimo avversario degli azzurri nei tornei di promozione regionale. Era l’estate del 1988 quando la Sangiovannese lo chiamò a guidare la squadra, con il dichiarato intento di uscire finalmente dalle secche del quinto (allora) torneo calcistico nazionale.

Una squadra forte e ben costruita dal diesse Stefano Chienni, con Grassini fra i pali, il compianto Del Branca, Natale Berti e Scarpellini in difesa, Visani, Spugnoli, Guidarelli e “capitan “FracassaMassimo Bargellini in mezzo e davanti un tridente di tutto rispetto con Tiziano Casucci, “bomber” Stefano Giachi e Cassiolato.
Fra i rincalzi anche Coppi e Omar Targi, sceso quest’ ultimo in campo in tre occasioni.

Alla fine della fiera, furono proprio gli azzurri e la Sestese di Brunero Poggesi a giocarsi il secondo posto utile per la “D” alle spalle del Pontassieve. Lo spareggio venne disputato a Siena il 21 maggio 1989 con il solito impressionante seguito da parte dei tifosi del Marzocco in una giornata fresca e piovosa. Che passerà alla storia, oltre che per il goal del rossoblù Menchetti nelle battute finali della partita, anche per le sconcertanti decisioni del direttore di gara, certo Bancale di Latina. Che, detta fra noi, rivelarono in quella circostanza lo scarso peso “politico” della società stessa. Nonostante la bruciante sconfitta, Bettarini venne confermato anche per la stagione successiva ma la sua avventura terminò dopo una manciata di partite, esonerato per fare posto a Cesare Pancini.

In pratica anche la sua carriera di allenatore volgeva rapidamente al termine ed il Bettarini al centro della ribalta fu da allora in poi soprattutto il figlio Stefano.
Che, nel dare notizia insieme alla mamma ed alla sorella Simona della scomparsa del padre avvenuta all’età di 86 anni, ha ieri pubblicato un post bellissimo e vero : “Il prezzo dell’amore è la perdita”.
Ed in queste ore, il ricordo è anche affidato ai tanti suoi ex calciatori che parlano di lui come una persona seria e un tecnico preparato.