Un Fedini in festa agghindato come nelle domeniche buone di nozze avrebbe costituito uno spot straordinario per il sempre più desolante e desolato pallone dei dilettanti fatto per lo più da stadi inguardabili e sostenuto nella quasi totalità dei casi da una passione impercettibile.  Ed invece gli OCCHI DI CHI NON VEDE oltre la punta del proprio naso hanno deciso in quattro e quattr’otto, magari fra una sigaretta e un caffè ( spero imbevibile)  di giocare a porte chiuse,  soffocare una passione,  punire un popolo e una dirigenza e una squadra di chissà quali colpe nefaste. Non sono qui a fare il santino né degli ultras né dei nostri tifosi e fra poco ci tornerò, ma la pena mi pare anche rapportata ai fatti straordinariamente ed ingiustamente afflittiva : la squadra, la società, i tifosi aspettano con ansia e con gioia la partita della festa e l’emozione resta strozzata in gola, come un coito interrotto o un matrimonio per procura, senza trascurare la linfa vitale provocata dall’incasso cospicuo del Fedini che nessuna dirigenza può schifare, anzi. Davanti a simili sentenze ( l’opportunità per tutti avrebbe suggerito quantomeno uno scivolamento al prossimo campionato ) mi chiedo anche cosa potrebbe fare un qualsiasi dirigente per rimanere ancorato a questo mondo dove già di per sé ci vuol coraggio ad entrare. Ma l’Italia anche del pallone si sa e’ quella delle mille leggi e delle sanzioni a stadio vuoto: il criterio di punibilità generale per colpa di pochi e’ anche culturalmente quanto di più sbagliato ci possa essere; se con questi metodi si pensa di dare meno visibilità o di scardinare il potere degli ultras si ottiene l ‘opposto obbiettivo e cioè quello che sono proprio gli ultras a decidere per tutti, quando giocare a Roma o quando aprire o chiudere lo stadio come a San Giovanni questa domenica. Non ero a Lentigione e quindi non posso testimoniare,  tuttavia se devo fare una critica ai nostri tifosi – al di là dei principi di buona educazione che dovrebbero esistere – e’ quella di prendere eccessivamente sul serio una categoria e delle avversarie che nel mio modo di vedere e di pensare rappresentano solo un noioso e scomodo cammino,  da ingerire come una medicina e buttar giù il prima possibile. Dissi queste cose dopo Albinia,  dopo Sinalunga,  lo dico dopo Lentigione dove peraltro mi hanno riferito di gente ospitale e benevolente!  Insomma questa categoria se in termini numerici e di interesse merita tutto ho sempre pensato che andasse presa un pò meno sul serio e su questo punto ( uscire in tutti i modi)  ho costruito la mia battaglia stagionale,  spesso poco accompagnato nei fatti.  Comunque la sostanza dice Fedini chiuso e questa è la cosa penosa. Convinto che,  è lo dico per i signori dalla vista corta ci sarà un giorno dove il nostro calcio non avrà piu ‘ dirigenti disposti ad investire e squadre. Ma da quel giorno non ci sarà più neanche bisogno di paludati federali e di giudici sportivi. Amen