Scritto da Massimo Bagiardi

È evidentemente destino che non dobbiamo mai passare una giornata relativamente tranquilla quando abbiamo a che fare con i nostri colori del cuore. Nelle ultime settimane ce ne sono capitate di ogni, dai due rigori sbagliati sabato scorso che purtroppo stanno pesando, e non poco, sull’economia della classifica a quanto accaduto ieri – col quarto penalty fallito su sei ditemi voi – dove fino al 40º del secondo tempo sembrava la classica giornata che ci stava spianando a una mesta retrocessione in Eccellenza. Poi, come può capitare nel calcio, nel giro di un paio di minuti abbiamo rimesso in piedi la situazione e guadagnato un punto che sicuramente fa bene, oltre che per la classifica in particolar modo per il morale. Quello che più ha stonato è il gesto del quale a fine gara si è reso protagonista Salvatore Santeramo (nella foto) che ha aizzato la tribuna come a volerla sfidare e ulteriormente inasprito un clima che, già nel corso della partita, stava facendosi pesante col passare dei minuti. Siamo di fronte a una piazza come la nostra dove nessuno, è ribadisco nessuno, ha mai detto qualcosa di grave in 32 partite di campionato, se ieri la Gradinata Marco Sestini, a cui va tutta la mia stima, si è permessa, pensate un po’, di togliere gli striscioni e fare la prima vera contestazione da circa sette anni a questa parte nessuno ha diritto di rispondere per le rime, tantomeno un giocatore come Santeramo stesso che già si era reso artefice di una discussione abbastanza accesa nella trasferta di Orvieto senza contare le tre giornate di squalifica che ha rimediato per una cazzata che poteva assolutamente evitare in un momento come questo dove, tutti, servono come il pane per cercare di raggiungere l’obiettivo. Che sia ben chiaro un messaggio, casomai qualcuno non lo avesse tanto capito; nessuno a San Giovanni ha l’anello al naso, nessuno ha voglia di farsi prendere in giro tantomeno aizzare in questo modo dove tutti, giustamente, pretendono rispetto per una maglia e una storia che, esclusivamente di calcio, tra due anni compirà la bellezza di 100 anni. Che sia il Santeramo di turno o qualche altro elemento che ha L’ONORE dI vestire la nostra casacca non deve MAI permettersi di fare gesti del genere, perlopiù in una giornata dove la contestazione è sacrosanta e anzi, secondo il mio personale pensiero, sarebbe dovuta esserci molto tempo prima non a tre giornate dalla conclusione del torneo. Senza mettere le mani addosso a nessuno, e ci mancherebbe altro, tantomeno arrivare faccia a faccia ma prendere da una parte tutti, nessuno escluso, e far capire che non siamo a Trestina o Ghivizzano bensì in una piazza dove il calcio è vissuto come il più caro degli affetti che si possa vantare. Adesso sono curioso di vedere se la società adotterà, o meno, provvedimenti; che sia messo fuori rosa, che gli venga comminata una multa o altro che non spetta a me decidere è comunque chiaro che in un modo o nell’altro debba pagare perché se il vaso è colmo non è certo colpa della nostra piazza che, ormai da una vita, ha i coglioni pieni di tutto il contesto.