Scritto da Massimo Bagiardi – Foto: Sangiovannese 1927
Dire che ormai, da diversi anni purtroppo, siamo abituati spesso e volentieri a prestazioni del genere non fa di certo abbassare il livello di incazzatura da parte di chi, come il sottoscritto e altri pochi coraggiosi, è abituato a seguire da Sangiovannese. La sconfitta di ieri a Foligno sulla carta magari ci poteva stare, affrontavamo una formazione che col passare delle giornate ha dimostrato di avere grandi valori, ma si può perdere e perdere e come accaduto ieri si digerisce male. Non siamo praticamente mai entrati in campo, non è stata costruita un’azione degna di nota in tutti i 96 minuti di gioco, recupero compreso, e non si è mai data l’impressione di poter fronteggiare una squadra che magari non ci avrà preso a pallonate ma, dal gruppo esperto qual è, ha saputo sfruttare al meglio quelle occasioni che le sono capitate tra i piedi. Paradossalmente siamo venuti fuori quando la gara aveva preso binari ben precisi, giusto tre tiri telefonati e nient’altro la dicono lunga sulla qualità di una prestazione che sommata alle altre, delle ultime settimane, suona un po’ come campanello d’allarme perché, ed è stato ribadito anche da Giuseppe e Lorenzo Morandini nel corso del dopogara, se vogliamo arrivare a salvarci, magari evitando la lotteria dei play-out non è di certo questo l’atteggiamento più giusto. Un film visto e rivisto più volte, squadra impalpabile per buona parte della partita, calciatori che sembravano già rassegnati dopo il goal realizzato sul rigore nel primo tempo e tanto altro ancora in una giornata freddissima e con sempre meno spettatori azzurri al seguito. Come possiamo dargli torto? Si era cercato di costruire questa squadra alzando nel corso dell’estate l’asticella sotto il profilo economico, giocatori alla mano non avevamo mai avuto un organico così esperto negli ultimi anni eppure, tanto il calcio non è mai matematica, siamo punto e a capo paragonando questa stagione alle altre che non ci hanno mai visto protagonisti. Minime le soddisfazioni, non vinciamo un derby da una vita e come se non bastasse siamo sempre lì a fare i conti su dove poter prendere i punti e sperare nelle disgrazie altrui. Sinceramente la nostra maglia merita di più, merita di vedere un gruppo che lotta sotto ogni pallone e che sputa il proverbiale sangue in ogni circostanza ma ahimè, e che nessuno se ne abbia male e anche se accade pazienza, qui siamo di fronte all’ennesimo parco giocatori che ha confermato di avere limiti non solo tattici ma purtroppo caratteriali. Non sto dicendo che qualcuno tira la gamba indietro ma metto in evidenza un aspetto che è palese guardando la classifica, gli ultimi risultati, l’approccio di molte delle 19 gare disputate che non ha assolutamente convinto nessuno. Mettendo insieme tutto questo è assolutamente dura pensare di potersi salvare considerato poi il non trascurabile fatto che in porta non si tira e che Bonura, responsabile alla pari dei calciatori e dei dirigenti, non ha di certo la bacchetta magica. Per quanto amo questi colori, per i tanti sacrifici che faccio per la mia situazione fisica che mi porto dietro da 21 anni a questa parte direi che possa bastare così per oggi, la malinconia mi sale parola dopo parola.