La vita di Samuele Mugelli è in triplice veste ormai da qualche mese: impiegato nell’azienda di famiglia alla mattina, imprenditore nel primo pomeriggio e calciatore del TerranuovaTraiana (Eccellenza Toscana) al calar del sole. Delle tre allo stato attuale non ne ha più una a tempo pieno per la nota emergenza sanitaria presente nel nostro paese e alla luce di ciò….. come se la spassa l’ex capitano azzurro ? “Mi alleno la mattina ed il pomeriggio – afferma in esclusiva alla nostra testata – ho la fortuna di vivere in campagna vicino al bosco e quindi passo la giornata così sperando di riprendere prima possibile la vita di tutti i giorni. Dall’avere una giornata piena dalla mattina alla sera sono passato a questo nuovo programma ma purtroppo non possiamo farci niente, la situazione è difficile per non dire altro e quindi l’allenamento è un pretesto per non pensare ad altro che troppo spesso è presente nella mia testa”. I suoi pensieri maggiori oltre naturalmente all’azienda del padre vanno al negozio di abbigliamento che gestisce assieme alla compagna Benedetta nel pieno centro storico di San Giovanni Valdarno. E’ chiuso – come tutti del resto – dall’inizio di Marzo e più che per il presente è preoccupato in chiave futura il centrocampista 29enne: “Penso all’azienda di mio padre che ha pur sempre tanti dipendenti ma anche al negozio che gestisco assieme alla mia compagna. Per le restrizioni imposte dal governo sono ormai giorni che non ci metto più piede, l’ultima volta proprio i primi di Marzo giusto per controllare che tutto fosse a posto anche solo nell’ambiente. Sono nelle stesse condizioni di tanti piccoli imprenditori, prima dell’emergenza avevo da poco preso un’intera collezione Primavera – Estate assumendo degli impegni economici che in un modo o nell’altro dovrò onorare anche se non so come allo stato attuale delle cose. Qualcuno mi è venuto incontro sapendo che ha sempre preso quello che doveva prendere ma se questa situazione dovesse perdurare sarà un guaio. Magari questa roba riesco anche a piazzarla se a Giugno ci fanno aprire ma più che per il presente sono preoccupato per il futuro perché non so se la gente avrà o meno i soldi per venire nel mio negozio e comprarsi i vestiti. Ci penso sempre, delle tre entrate che avevo ho al momento attuale giusto una piccola somma della cassa integrazione dell’azienda di famiglia di stop. E’ un bel problema”. Sul finire di intervista cambiamo argomento, tocchiamo temi certamente più leggeri e nella fattispecie l’esperienza calcistica che sta vivendo a Terranuova Bracciolini: “Cercavo una cosa simile e sono davvero contento della scelta che ho fatto. E’ un ambiente dove tutte le pedine sono al suo posto, c’è un’organizzazione capillare e mi sembra di rivivere l’esperienza con la Sangio senza pubblico perché qui il seguito è minimo. Sono puntuali nei pagamenti, ci hanno chiamato confermando che sarà senz’altro pagata anche la mensilità di Febbraio in attesa poi degli eventi. E’ il classico ambiente familiare, sono arrivato a Dicembre dopo l’esperienza di Sansepolcro che per me col passare delle settimane era diventata pesante. Niente da dire sulla società e sulla loro serietà ma sono andato via proprio per un discorso mio, è capitato la Domenica di alzarmi poco prima delle 6 per andare in trasferta e ho capito che non faceva per me. Avevo scelto questa piazza per i trascorsi, i loro obiettivi ma poi a Dicembre quando ho avuto l’opportunità di giocare a due passi da casa l’ho colta al volo. E poi mi torna bene, esco dal negozio nel tardo pomeriggio e dopo 10 minuti sono allo stadio. Quello che a me serve dato che non faccio più il calciatore a tempo pieno, confidando come detto di riprendere possesso quanto prima della nostra vita”.